CHI SONO

Nasco a Milano nel 1977.
Periodo rivoluzionario che mi porterò nel DNA e nel sangue per tutta la vita.

Mi diplomo come grafica pubblicitaria ed editoriale nel 1996. Decido di iniziare a lavorare per crearmi una indipendenza economica: ma nel 2002 il demone della creatività si ridesta con veemenza.
Ora o mai più” è ciò che penso: con una buona dose di incoscienza torno a studiare e dopo 3 anni mi diplomo con lode come Art Director in Comunicazione Pubblicitaria presso lo IED Comunicazione di Milano. Sono anni splendidi, in cui le mie conoscenze e talenti fioriscono e si espandono: grafica, fotografia e scrittura sono mezzi espressivi che germogliano.

Inizio a lavorare come grafica in diverse agenzie: eventi, pubblicità, comunicazione. Ma dopo pochi anni un altro demone bussa alla mia porta: quello che mi chiama con forza a Londra.
Il 2 Maggio 2008 salgo su un aereo da sola, verso una terra dove non conosco nessuno.
Senza lavoro: soltanto una valigia, ancora una volta fitta di pura incoscienza.

Londra è la terra che mi rigira e stropiccia come un calzino e che soprattutto mi farà capire la potenzialità creativa delle mie mani.
Con lo zampino del destino, e con un curriculum inventato di sana pianta, inizio a lavorare come truccatrice in Selfridges. E’ l’occasione per colmare il divario tra ciò che ti insegnano sulla comunicazione, e ciò che la comunicazione è veramente. Partecipo di un mondo fatto di milioni di persone che provengono da ogni parte della Terra: ogni cosa che vedo e che vivo è fonte di ispirazione. Trucco. Scrivo. Fotografo. Ed inizio a disegnare. Le mani iniziano a risvegliarsi.

Dopo un anno e mezzo prendo la decisione peggiore della mia vita: torno in Italia. Puntualmente maledico quel giorno. Lavori saltuari con contratti con cui non ci si potrebbe nemmeno pulire il. Ma io credo che ogni cosa accada per un motivo: la difficoltà è spesso un’occasione. Atterro per caso in una casa editrice dove un giorno una collega mi chiede dove possa trovare della carta ondulata. Mi dice che si possono fare delle perle di carta. E’ un attimo: il criceto inizia a correre: torno a casa e sperimento. Tagli, dimensioni, materiali. E poi colori, finiture, accessori.
Un altro demone si è risvegliato.
Le mani diventano regine indiscusse. Spesso me le guardo: sono l’estensione che mi permette di portare alla luce tutto ciò che è dentro.

Questa storia nasce così. Per caso.

Attendo ancora ospiti a quella porta. E’ un viavai continuo.
E qualunque cosa io faccia, so di essere soltanto in prestito. So di essere soltanto un mezzo.

Perché sarebbe crudele rinchiudere gli artisti in qualsiasi gabbia.
Anche la più dorata.

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